WOUND CARE GESTIONE LESIONE DA DECUBITO

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dott. Nicola Margiotta

Le piaghe da decubito, chiamate anche lesioni da pressione o ulcere, sono lesioni della pelle e dei tessuti sottostanti causate dalla compressione prolungata di un tessuto molle (pelle, sottocute, muscolo) tra una sporgenza ossea sottostante, in profondità, e una superficie esterna di appoggio.

Questo genera un minor afflusso di sangue e nutrimento ai tessuti che vengono compressi.

Le piaghe da decubito perciò si formano per lo più nelle zone sovrastanti le sporgenze dello scheletro (sacro, ischio, talloni, nuca, rachide, ecc.).

L’incidenza di questa patologia è purtroppo ancora rilevante, sia nelle persone ricoverate nei reparti ospedalieri per acuti (dallo 0,4 al 38% di incidenza), sia nelle residenze sanitarie assistenziali, RSA (dal 2,2 al 23,9%), sia nell’assistenza domiciliare (da 0 al 17% di incidenza) e si associa a una grave complessità del malato.

Condizione necessaria affinchè si verifichino delle lesioni da decubito è l'immobilità in una certa posizione, pertanto se il soggetto è costretto a stare a letto, anche per lunghi periodi, ma cambia frequentemente posizione raramente si verificano delle lesioni da decubito, nelle arteriole che irrorano i vari tessuti, la pressione si aggira mediamente intorno ai 30 mm/Hg, se la compressione dei tessuti tra l'osso ed il piano del letto, della sedia o della poltrona è tale da superare la pressione di perfusione delle arteriole il passaggio del sangue viene impedito, e se tale situazione si protrae per tempi lunghi si verificano fenomeni di sofferenza tissutale fino alla necrosi dei tessuti coinvolti. Le cellule dei vari tessuti resistono senza apporto di ossigeno e di sostanze nutritive anche per periodi prolungati, pertanto se il soggetto cambia frequentemente posizione non si verificano danni sostanziali.

Le patologie che più frequentemente determinano l'insorgenza di piaghe da decubito sono:

Patologie neurologiche quali esiti di eventi vascolari cerebrali, parkinsonismi in fase avanzata e altre patologie degenerative neurologiche (es. SLA, stroke cerebrale), esiti di lesioni midollari, con para o tetraplegia, situazioni in cui il soggetto ha notevoli limitazioni o è impossibilitato a cambiare di posizione autonomamente mentre è a letto o seduto.

Patologie ortopediche quali esiti di fratture specie degli arti inferiori, dei corpi vertebrali rachide, del bacino con immobilità prolungata, e severa limitazione funzionale.

Decorsi postoperatori con allettamento prolungato.

Soggetti in stato di coma. 

Fermo restando che la causa principale dell’insorgenza delle lesioni da decubito è l’interruzione prolungata del flusso sanguigno, esistono delle cause che ne facilitano l'insorgenza quali:

  • L'ètà, la cute degli anziani con l'avanzare dell'età divenmta più sottile e fragile.
  • materasso o piano della sedia o della poltrona rigidi;
  • incontinenza urinaria e fecale con permanenza prolungata di feci ed urine a contatto della cute;
  • magrezza accentuata del soggetto con superfici ossee eccessivamente prominenti (specie regioni trocanteriche, corpi vertebrali, malleoli, sacro);
  • obesità, il tessuto adiposo è già di per sé scarsamente irrorato, se compresso va rapidamente incontro a fenomeni di ipossia tissutale;

patologie debilitanti con carenze nutrizionali che rendono la cute ed i tessuti in genere più fragili

l primo segno di una lesione da decubito è l'arrossamento dell'area cutanea a cui segue un progressivo approfondimento della lesione coinvolgendo il sottocute, il tessuto muscolare e adiposo in tutto il loro spessore con formazione di aree di necrosi nelle fasi più avanzate; a seconda del grado di approfondimento delle lesioni, queste si suddividono in quattro stadi:

  • Stadio I - Lesione coinvolgente solo l’epidermide che si manifesta con un eritema fisso della cute interessata;
  • Stadio II – Coinvolgimento di epidermide e derma, la lesione ha l’aspetto di un’abrasione superficiale da cui geme del siero con possibile comparsa di vescicole e a volte di un lieve infossamento;
  • Stadio III – La lesione si approfondisce anche nel tessuto sottocutaneo fino alla fascia muscolare senza coinvolgerla, si presenta come una cavità ulcerata abbastanza profonda e può coinvolgere le aree circostanti insinuandosi negli strati profondi.
  • Stadio IV – L’area ulcerata coinvolge i tessuti a tutto spessore che vengono distrutti con formazione di zone necrotiche, possibile coinvolgimento anche di tendini, legamenti, capsule articolari e del tessuto osseo stesso che spesso viene esteriorizzato.

Non si possono dare indicazioni in questa sede su come trattare una piaga da decubito, sarà cura del nostro infermiere a gestire e a risolvere il problema, molteplici sono i fattori che determinano il tipo di trattamento, ogni lesione è diversa dalle altre ed il contesto generale può essere diversissimo, il trattamento è sia locale che generale, le terapie locali prevedono una serie di medicamenti che variano a seconda della profondità, della lesione, della presenza o meno di aree necrotico-colliquative o di aree ricoperte di fibrina, della presenza di segni di infezione, dell'estensione della lesione.

Se in medicina si dice molto spesso che "prevenire è meglio che curare" tale assioma è particolarmente pregnante nel caso delle lesioni da decubito, dove ad un'insorgenza rapida corrisponde un tempo di guarigione lento. L'utilizzo tempestivo di materassi e cuscini antidecubito, il frequente cambio di posizione nel soggetto allettato, l'igiene rigorosa, il rinforzo ed il nutrimento della cute tramite medicamenti idonei, un sostegno nutrizionale generale adeguato, sono manovre da adottare tempestivamente quando un paziente con limitazioni motorie è obbligato a stare a letto per un periodo prolungato, in tal modo nella maggior parte dei casi non si verificano lesioni da decubito o se dovessero sfortunatamente insorgere, risultano sicuramente meno estese e profonde e più facilmente rimarginabili. 

Le nostre medicazioni avanzate

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Le medicazioni avanzate sono costituite da un materiale di copertura con caratteristiche di biocompatibilità. Mantenendo un microambiente umido, promuovono il processo di riparazione tissutale, proteggono da infezioni esogene e mantengono temperatura costante e permeabilità all'ossigeno. Non si conosce una medicazione che possa seguire una lesione in tutte le fasi che accompagnano il processo riparativo; il professionista valuta e sceglie il presidio appropriato in un'ampia gamma di prodotti a seconda della fase della lesione in questione.​

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